Fogne, scarichi e impianti di depurazione a Venezia: una panoramica tra passato e futuro

Il funzionamento dell’impianto fognario e delle acque reflue a Venezia è un argomento che suscita molta curiosità.

D’altronde, questo non ci stupisce. Il centro di Venezia ha una conformazione urbanistica molto particolare, non solo perché sorge direttamente sulla laguna, ma anche per l’impianto stradale.

A Venezia moltissime calli e callette sono estremamente strette, con un ampiezza non superiore a un metro. L’area sottostante la pavimentazione stradale, anche nelle calli minori, deve accogliere gli impianti necessari a tutti i vari servizi di fornitura moderni: le tubature per l’acqua potabile, le strutture per garantire la fornitura di energia elettrica, gas e, più di recente, la fibra internet.

Questo ha reso impossibile realizzare un sistema fognario come quelli di molte altre città, con una fognatura dinamica e tubazioni di dimensioni elevate che confluiscono agli impianti di depurazione.

Ovviamente nel passato la situazione era diversa. Già dal Cinquecento, e soprattutto in età Napoleonica, Venezia è stata dotata di gatoli, ovvero di canalizzazioni in mattoni che correvano sotto le strade e che garantivano lo scarico delle acque reflue direttamente nei canali.

I gatoli funzionano come piccole fosse settiche naturali: i residui organici, che costituiscono la sedimentazione più pesante, si depositano in basso, mentre la parte liquida raggiunge i canali. Col tempo, i batteri vanno a degradare le sostanze organiche depositate nella parte inferiore.

Il sistema dei gatoli costituiva una soluzione ingegnosa nei secoli scorsi, per quanto, ovviamente, avesse degli inconvenienti (in particolare i cattivi odori, il rischio che le sostanze organiche finissero nei canali in base alle maree, le infestazioni di ratti e insetti).

Con il boom economico e la crescita della popolazione a partire dagli anni Sessanta, tuttavia, queste tipologie di fognature si sono rilevate insufficienti. Da un lato, infatti, più abitanti e turisti hanno significato un aumento della quantità di scarichi; dall’altro, l’uso sempre maggiore di detergenti e sostanze chimiche nelle case e nelle attività produttive ha reso necessario purificare ulteriormente le acque di scarico prima di immetterle in laguna.

Vari sono stati i progetti e i tentativi di adeguare le fogne del centro storico Veneziano e far fronte alle esigenze di una città moderna.

Finalmente, negli anni Novanta, si è arrivati ad una decisione innovativa e rivoluzionaria anche a livello mondiale: creare una rete capillare di piccoli impianti di depurazione in tutto il centro storico.

Oggi, quindi, abbiamo tre diverse tipologie di scarico e depurazione nel centro di Venezia:

·       Strutture alberghiere e attività produttive dotate di un proprio piccolo impianto di depurazione all’avanguardia;

·       Impianti di depurazione pubblici di medie dimensioni, che collettano le acque di un certo gruppo di case;

·       Case o piccoli gruppi di case isolate che usano il sistema delle fosse settiche.

Ma vediamo più nel dettaglio i vari casi. 

Venezia: una rete di piccoli impianti

Il progetto dei piccoli impianti diffusi, iniziato negli anni Novanta, è stato per l’epoca assolutamente pionieristico.

Decidere che ogni struttura con più di 100 abitanti equivalenti (quindi soprattutto strutture turistiche) dovesse dotarsi di un proprio impianto di depurazione significava infatti dover affrontare delle sfide logistiche non da poco.

A distanza di qualche decina d’anni, però, i benefici ottenuti sono sotto gli occhi di tutti (ne abbiamo parlato approfonditamente in questo articolo).

La struttura capillare e diffusa del sistema fognario, fatta di circa 200 impianti di piccole e medie dimensioni, si è rivelata un acceleratore dell’innovazione e ha portato a sviluppare impianti sempre più avanzati nel sistema di filtraggio, più piccoli e a basso consumo energetico. Gli ultimi ritrovati di questo processo di ricerca sono gli impianti a membrana, strutture tecnologicamente avanzate che riescono a depurare e filtrare fino al 99% delle impurità delle acque reflue.

Le tecnologie sperimentate a Venezia sono in seguito stati adottate a livello nazionale anche in impianti di depurazione più grandi, e sono oggi molte le città che guardano con interesse ai vantaggi del sistema “decentrato” veneziano.

Se vuoi saperne di più, ti consigliamo di leggere questo articolo sugli impianti di depurazione a Venezia.

 Il sistema di fosse settiche a Venezia

Come anticipato sopra, per le case isolate o per i gruppi di case che non superano i 100 abitanti equivalenti viene utilizzato un sistema di depurazione meno avanzato, quello delle fosse settiche.

La resa di depurazione delle fosse settiche è sicuramente inferiore a quella degli impianti a membrana (circa 30-40%). Tuttavia le acque di scarico in uscita dalla fossa biologica vengono immesse di nuovo in laguna riutilizzando un antico sistema di canali: proprio loro, i gatoli!

Passando per i gatoli, le acque reflue sono di fatto sottoposte a un ulteriore grado di depurazione “meccanica”, che consente di emettere nell’ecosistema acque comunque discretamente purificate.

E per le isole?

Come funziona il sistema di fognatura e purificazione delle acque nere?

Beh, qui si apre tutta un’altra questione, ancora oggetto di grandi dibattiti.

Ti promettiamo però che ne parleremo meglio prossimamente, con un articolo dedicato!