A che punto siamo con i goal dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile?

Agenda 2030

Salvare il mondo, una goccia d’acqua alla volta.

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione sottoscritto da 193 Paesi membri delle Nazioni Unite in cui si fissano 17 macro-obiettivi da raggiungere entro il 2030 per garantire uno sviluppo equo ed ecologico delle nostre società.

Il percorso si propone traguardi ambiziosi su molti fronti: lotta alla povertà, diminuzione delle diseguaglianze e contrasto al cambiamento climatico, solo per citarne alcuni.

L’Obiettivo 6 riguarda l’uso e la salvaguardia delle risorse idriche. Tra i punti che si prefigge ci sono l’accesso universale e sicuro all’acqua potabile, la protezione degli ecosistemi legati all’acqua e una migliore gestione delle risorse idriche. In particolare, alcuni degli obiettivi affrontano esplicitamente la questione delle acque reflue e dell’efficienza idrica:

  • Migliorare entro il 2030 la qualità dell’acqua eliminando le discariche, riducendo l’inquinamento e il rilascio di prodotti chimici e scorie pericolose, dimezzando la quantità di acque reflue non trattate e aumentando considerevolmente il riciclaggio e il reimpiego sicuro a livello globale
  • Aumentare considerevolmente entro il 2030 l’efficienza nell’utilizzo dell’acqua in ogni settore e garantire approvvigionamenti e forniture sostenibili di acqua potabile, per affrontare la carenza idrica e ridurre in modo sostanzioso il numero di persone che ne subisce le conseguenze
  • Implementare entro il 2030 una gestione delle risorse idriche integrata a tutti i livelli, anche tramite la cooperazione transfrontaliera, in modo appropriato

Noi di TEVGROUP condividiamo in toto i propositi dell’Agenda 2030. Tutela ambientale, riqualificazione e gestione sostenibile delle acque reflue fanno parte della nostra filosofia d’impresa, e sono temi su cui ci spendiamo ogni giorno tramite le nostre attività.

Per questo è interessante, a meno di dieci anni di distanza dagli obiettivi del 2030, capire a che punto siamo arrivati in Italia.

A venirci in aiuto con un’analisi accurata è il Rapporto 2020 dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASVIS). Questo report evidenzia come, purtroppo, i risultati italiani non siano incoraggianti:

Nonostante i progressi compiuti in alcuni campi nel corso degli ultimi anni, l’Italia non è in una condizione di sviluppo sostenibile come definita dall’Agenda 2030 (…). Con gli attuali andamenti, l’Italia non sarà in grado di centrare né i Target da raggiungere entro il 2020, né quelli fissati al 2030, a meno di un cambiamento radicale del proprio modello di sviluppo.

Concentriamoci nello specifico sull’acqua. La buona notizia è che il report evidenzia un trend positivo per quanto riguarda la pervasività e l’efficacia delle rete di depurazione. Le cattive nuove riguardano invece l’indice di sfruttamento idrico (che rapporta i prelievi idrici con le risorse disponibili), più che raddoppiato nel giro di dieci anni. Altra importante criticità è quella legata alle reti di distribuzione:

Nel 2015 è andato disperso il 38,2% dell’acqua immessa nelle reti di distribuzione dell’acqua potabile dei comuni capoluogo di provincia, con una crescita di oltre due punti percentuali rispetto al 2012 (35,6%). La perdita giornaliera reale, al netto degli errori di misurazione e degli allacciamenti abusivi, ammonta a circa 50 m3 per ciascun km delle reti di distribuzione, cioè un volume che, stimando un consumo medio di 89 m3 annui per abitante, soddisferebbe le esigenze idriche di un anno di 10,4 milioni di persone.

Insomma, siamo appena all’inizio della strada verso il 2030, ma i ritardi accumulati dal nostro Paese (complice anche l’emergenza Covid) non sono certo di buon auspicio. Per questo crediamo sia importante contribuire attivamente al cambio di paradigma, sia come singoli che come aziende. Come? Adottando comportamenti individuali più sostenibili, limitando l’impatto ambientale delle attività produttive e facendo pressione sulle istituzioni affinché vengano studiate e attuate normative che migliorino l’efficienza delle reti idriche e minimizzino l’inquinamento dei bacini e dei flussi d’acqua.

Le soluzioni (normative e tecnologiche) esistono, ora serve la volontà di tutti per cambiare il nostro modello di sviluppo e di utilizzo delle risorse naturali.