Marta e Martino sono i riferimenti di TEV Group per la Divisione Bonifiche.
Sono un team giovane ed affiatato, che lavora già da qualche anno nella nostra Azienda portando risultati di alto livello. La loro efficienza è frutto di una costante crescita esperienziale che affonda su solide basi formative, e di un approccio dinamico alle casistiche eterogenee del loro ambito operativo.
Martino: L’attività di bonifica di un’area contaminata è una responsabilità importante perché si riflette sull’ecosistema di quel luogo e sulla vita delle persone che lo abitano. Quali sono i risultati del tuo lavoro che ti soddisfano maggiormente sul piano personale?
La presenza sempre maggiore nel nostro territorio di siti contaminati e di forte degrado costituisce ad oggi un problema ambientale di importanza prioritaria, che richiede necessariamente interventi di bonifica o di messa in sicurezza. Si tratta di una questione estremamente complicata, per la quale esiste una soluzione, seppur anch’essa complessa.
Lavorare per un’azienda che propone soluzioni di alto standard tecnologico per affrontare la questione ambientale è già di per sé molto soddisfacente. È molto stimolante e mi dà l’opportunità di interagire e relazionarmi con enti di ricerca, studi professionali e altre strutture pubbliche coinvolte in questa importante tematica.
È la tematica ambientale stessa che ci porta, in TevGroup, a un costante confronto reciproco molto costruttivo.
A livello personale, è molto soddisfacente la possibilità di avanzare delle proposte finalizzate all’ottimizzazione del lavoro, che vengono prese in considerazione, sperimentate e infine attuate, con un riscontro positivo da parte di tutto il team di lavoro.
Martino: Restituire un’area agli equilibri ambientali originari è un’opera complessa, quali sono gli step giusti per ottenere risultati eccellenti?
Per portare a termine una bonifica in modo ottimale, è necessario focalizzarsi sulla fase di progettazione, che deve svilupparsi attraverso una pianificazione accurata che minimizzi gli elementi di incertezza, analizzando e prevedendo i rischi che potrebbero emergere nell’esecuzione del progetto.
In particolare, la bonifica di siti contaminati segue degli step ben precisi, definiti dal D.Lgs. 152/06, dove l’iter amministrativo prevede sostanzialmente la Caratterizzazione del sito, l’Analisi di Rischio e il Progetto di bonifica. È opportuno investire sulla fase di caratterizzazione preliminare del sito per definire più nel dettaglio l’area da bonificare e individuare la Best Available Technology, che sia sostenibile non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico.
Nel corso della realizzazione del progetto, fondamentale è la registrazione degli avanzamenti di lavoro e il costante riallineamento dei risultati in funzione degli obiettivi preliminarmente stabiliti.
La capacità del problem solving è inoltre sicuramente fondamentale per saper gestire i rischi e gli imprevisti che inevitabilmente emergono nella fase esecutiva dei lavori.
Marta: La bonifica è una soluzione efficace ad un problema già esistente, ma quali sono i presupposti che le aziende e le comunità dovrebbero rispettare per evitare il problema a monte?
La maggior parte dei siti che ci troviamo a bonificare oggi presentano contaminazioni storiche che risalgono spesso alla metà del ‘900, quando non c’era ancora una grande consapevolezza delle tematiche ambientali e quando nemmeno la legislazione tutelava l’ambiente. Le prime norme sul danno ambientale risalgono infatti agli anni ’80 del secolo scorso e solo successivamente con il Decreto Ronchi si comincia a parlare di bonifica di siti inquinati.
Per evitare il problema a monte, le comunità dovrebbero mirare allo sviluppo di una coscienza ambientale fin dalle giovani generazioni, attraverso l’educazione, anche scolastica, al rispetto di un bene comune che è l’ambiente, sviluppando quindi un senso civico.
Anche le aziende hanno una grande responsabilità e non possono sottovalutare l’impatto che le loro attività produttive hanno sull’ambiente. Per questo, le aziende dovrebbero adottare sistemi di gestione ambientale, che consentano la standardizzazione delle varie fasi produttive, facilitando quindi la tracciabilità e la gestione degli scarti di produzione.
Oggi la normativa sulla tutela ambientale è molto ampia e tende a favorire in particolare sistemi di recupero e riciclo, nell’ottica dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale. Spesso, tuttavia, a tecnologie innovative di trattamenti on site, si prediligono ancora i classici interventi “Dig & Dump” (scavo e smaltimento) che non portano a soluzioni definitive, ma semplicemente spostano il problema altrove. Ecco che dovrebbero essere incentivate tecniche innovative volte al recupero del rifiuto e alla sua trasformazione in risorsa.
Marta: Nella tua esperienza professionale, quali sono le cose che contano di più nella gestione del team di lavoro?
Per avere un team efficiente e proattivo, è fondamentale fare squadra. Questo garantisce ottimi risultati sia a livello lavorativo, che interpersonale.
Per fare squadra è necessario conoscere bene le soft skills e il carattere di ciascun componente del team, così da sfruttare le potenzialità di ciascuno nei diversi progetti, valorizzando le capacità dei singoli componenti.
Fiducia e confronto reciproco sono le basi per costituire un buon team di lavoro, in cui tutti i componenti si sentano motivati e stimolati a lavorare insieme per raggiungere un obiettivo comune.
Posso sicuramente dire che noi, tra risate e discussioni, abbiamo imparato a fare squadra!!