Venezia e la sua laguna hanno un fascino irresistibile, sia sui turisti di tutto il mondo sia su chi qui ci vive da sempre. Si tratta di un ecosistema unico, complesso e, allo stesso tempo, fragile, che va preservato e tutelato. Ma in che modo? In questo articolo parliamo della nostra amata laguna, evidenziandone caratteristiche e criticità per cercare di capire meglio come possiamo proteggere l’ambiente in cui viviamo.
Laguna di Venezia: cenni storici e caratteristiche
La laguna di Venezia, con i suoi 550 Kmq di superficie, è la laguna più estesa del Mediterraneo. Solo l’8% di essa è costituito da terraferma (vale a dire Venezia e le sue isole), circa l’11% da acqua o canali dragati e l’80% da piane di marea o casse di colmata. Nel 1987 il territorio della laguna di Venezia è stato designato patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO.
La conformazione della laguna è il risultato di fattori naturali e umani, che storicamente ne hanno determinato l’aspetto attuale. In questo territorio unico nel suo genere, natura e storia si sono intrecciate fin dal V secolo, quando le popolazioni locali, per sfuggire alle invasioni barbariche, trovarono rifugio sulle isole di Torcello, Jesolo e Malamocco. Quegli insediamenti da temporanei diventarono permanenti, dando forma alla Venezia che conosciamo, con le sue centinaia di isole e isolette collegate da canali e piccoli rii.

Non solo acqua alta: le problematiche principali
Venezia è un esempio emblematico e, nella maggior parte dei casi, virtuoso dell’interazione tra uomo e natura. Le caratteristiche peculiari dell’ecosistema lagunare hanno spinto l’uomo a trovare soluzioni incredibilmente ingegnose e creative per renderlo abitabile, realizzando opere idrauliche e architettoniche degne di un artista. Si tratta, come tutti sanno, di un ambiente particolarmente delicato e a rischio, che nel corso del tempo ha risentito sia dei cambiamenti climatici che di interventi umani troppo invasivi e poco lungimiranti.
L’acqua alta è solo uno dei problemi da affrontare, reso ancora più drammatico dall’innalzamento del livello del mare. Per far fronte a questo fenomeno è stato creato il MOSE (Modulo Sperimentale Elettromeccanico), che però non basterà a arginare il degrado della laguna. Grandi navi, pesca a strascico, moto ondoso, turismo di massa: i fattori che contribuiscono al degrado ambientale sono molteplici e inquadrare questa problematica in modo dettagliato richiederebbe ben più di un articolo. Ciò che è certo è che l’eccezionalità di questo ecosistema va protetta e, forse, tutti possiamo contribuire.
Lo dimostrano anche gli effetti collaterali del recente lockdown. Senza l’inquinamento a cui siamo ormai abituati, si è tornati a vedere una flora e una fauna dimenticate. Meduse, granchi, banchi di pesci e persino delfini: i video di queste meraviglie sono diventati virali in pochissimo tempo, svelando un mondo sommerso ma non scomparso. Durante questa sospensione delle attività umane, la natura si è riappropriata del suo spazio, ma sarà sufficiente qualche mese di blocco a determinare un cambiamento?