L’importanza degli impianti di depurazione dell’acqua

impianti di depurazione acqua

Oggi più che mai l’acqua è un bene prezioso, da difendere e tutelare. L’inquinamento idrico rappresenta infatti un problema attualissimo, che interessa in particolare le nostre società industrializzate.

Dobbiamo considerare che ogni attività umana comporta una qualche forma di inquinamento della acque. Un tempo, quando le acque di scarico contenevano principalmente residui organici biodegradabili, i bacini idrici e il sottosuolo riuscivano facilmente ad assorbire le contaminazioni, potendo contare su una certa capacità di autodepurazione.

Nell’ultimo secolo, con la crescita della popolazione e l’avanzamento industriale, è aumentata la domanda di acqua potabile mentre, contemporaneamente, è cresciuta la quantità di acqua sporca immessa nell’ambiente. Ma non solo: l’utilizzo sempre maggiore di sostanze chimiche a livello domestico, agricolo e industriale ha reso le acque di scarico (dette anche acque reflue) decisamente più contaminate e inquinanti.

È proprio qui che intervengono gli impianti di depurazione, dove l’acqua viene trattata e “ripulita” prima di essere reimmessa nell’ecosistema.

Esistono varie tipologie di impianti di depurazione, che si differenziano in base all’obiettivo e, di conseguenza, in base al processo e alla tecnologia impiegata.

Vediamo insieme quali sono i più comuni.

Impianti di depurazione domestici

Gli scarichi civili sono composti soprattutto da acque di rifiuto domestiche, ricche di urea, grassi, proteine e altre sostanze biodegradabili, ma che possono comunque contenere una certa quantità di sostanze contaminanti.

A queste si aggiungono le acque di ruscellamento, ovvero acqua pluviale e acqua utilizzata per il lavaggio delle strade, che spesso contengono microinquinanti: idrocarburi, pesticidi, detergenti…

Normalmente non vige l’obbligo di trattare le acque reflue domestiche (o assimilabili) tramite impianto, in quanto le acque di scarico urbane vengono trattate collettivamente negli impianti di depurazione comunali prima di essere rilasciate nell’ambiente. Normalmente, sì, perché nella nostra Venezia la questione è un po’ più complicata… ma ne parleremo meglio in un prossimo articolo!

Detto questo, sono sempre più le persone che decidono di installare degli impianti domestici per trattare le acque reflue e recuperarle per utilizzi secondari. Una scelta ecosostenibile, che può diminuire drasticamente il consumo idrico familiare, con conseguente riduzione dei costi in bolletta. Quando l’acqua domestica viene anche potabilizzata, è possibile anche rinunciare del tutto all’acquisto di acqua in bottiglia e produrre così meno rifiuti plastici inquinanti.

Impianti di depurazione industriali

Le acque reflue industriali hanno naturalmente una composizione differente in base all’origine. Ogni tipo di attività utilizza in modo diverso le acque nei processi di produzione, diversi saranno quindi anche gli agenti inquinanti presenti nei reflui.

Gli scarichi di alcune attività industriali vengono considerati assimilabili alle acque domestiche, per cui non vige l’obbligo di trattamento. In molti altri casi, tuttavia, le attività industriali sono obbligate per legge a pretrattare le acque reflue, così da eliminare la maggior parte dei contaminanti prima di immettere gli scarichi in fognatura.

Impianti di depurazione comunali

Gli impianti di depurazione comunali sono solitamente impianti molto ampi, attraverso cui passano ogni giorno migliaia di metri cubi d’acqua. Le acque reflue sono sottoposte qui a vari passaggi di trattamento, sanificazione e disinfezione, finché non vengono considerate sufficientemente ripulite per essere rilasciate nell’ambiente.

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