Tev Group espande i suoi obiettivi. Da poche settimane ha aperto Tev Agricola, il nostro comparto aziendale che si occuperà della realizzazione di orti ecologici nell’isola di Sant’Erasmo per produrre prodotti a km zero per la città di Venezia. Il nostro amore per l’ambiente e le persone ci ha portato a chiederci se esistesse un altro modo di fare agricoltura, rispettoso della natura e del benessere degli agricoltori e delle agricoltrici. In questo senso il nostro nuovo progetto nasce con la prospettiva di poter essere un vero e proprio progetto sperimentale che ha l’ambizione di portare nuove idee e piccole rivoluzioni nel mondo agricolo, un mondo, che per le sue radici e origini tra le più antiche, tanto spesso fa fatica a innovarsi.
Il contesto: l’isola di Sant’Erasmo, già famosa per prelibati prodotti tipici come il carciofo violetto, presidio slow food e prodotto tipico regionale, si propone di creare un Centro Sperimentale per l’Agricoltura Sostenibile.
Orti ecologici inclusivi: recupero degli scarti tra compostaggio e biogas
Una delle idee rispetto alla realizzazione degli orti parte innanzitutto dalla volontà di creare un circolo virtuoso nell’utilizzo di prodotti definiti “di scarto” nella comune concezione come gli scarti di verdure di orti vicini, erba tagliata e altro verde di scarto recuperato dai territori limitrofi. L’utilizzo di questi scarti potrà essere utilizzato in due modi, entrambi validi e da prendere in considerazione: per fare il compost oppure per fare biogas per riscaldare gli orti attraverso un bioreattore. Un’eventualità è quella di miscelare il compost con fanghi provenienti da depuratori delle isole di Venezia che essendo scollegati dalla terraferma e dagli sversamenti delle industrie risultano puliti e privi di sostanze inquinanti.
Orti ecologici sopraelevati per favorire la praticità del lavoro
Il lavoro agricolo è storicamente visto come un lavoro di fatica, le persone che ci si impegnano c’è l’idea che in qualche modo debbano “spaccarsi la schiena”. Noi di TEV Group rigettiamo l’idea di un lavoro faticoso e insostenibile per le persone. Ci siamo quindi a lungo interrogati su quale possa essere il modo per rendere il lavoro agricolo maggiormente piacevole, ridurre la fatica che ad oggi è ancora vista come necessaria, per favorire gli aspetti che rendono questo lavoro appassionante e ridurre quelli che non corrispondono al nostro modo di progettare le cose. Abbiamo quindi pensato di realizzare i nostri orti sul modello degli orti sopraelevati (a gombine). Questo modello di coltura offre rispetto all’orto tradizionale e alla coltura su campo alcuni indiscutibili vantaggi: innanzitutto si presta ad un lavoro meno stancante per il coltivatore, dal momento che la posizione combinata del livello ribassato del terreno insieme alla leggera rialzatura del livello di coltura, fanno sì che l’agricoltore operi ad un’altezza di circa ottanta centimetri da terra, sottoponendo la schiena a minore sforzo. I passaggi che si creeranno tra le coltivazioni, inoltre, permetteranno di rendere accessibile il lavoro di coltivazione anche a persone che normalmente ne sarebbero escluse ma potenzialmente interessate ad appassionarsi a questo tipo di lavoro come le persone con disabilità o in generale con meno forza fisica.
La realizzazione degli orti sopraelevati non limiterà l’utilizzo degli strumenti tradizionali. All’inizio e alla fine di ogni orto sarà realizzata una rampa di terra che permetterà di garantire l’accesso a piccoli mezzi di lavoro che renderanno la lavorazione del terreno più veloce e semplice.
Ridurre, ottimizzare l’utilizzo dell’acqua
Altro vantaggio offerto dalla coltivazione in orto, consiste nel sistema d’irrigazione: con il sistema di nebulizzazione a caduta che verrebbe installato su binari sopraelevati (altezza 1.20 mt dal livello della coltivazione), si otterrebbe un duplice effetto benefico. Si limiterebbe o comunque ottimizzerebbe il consumo di acqua, che verrebbe rivolta esclusivamente verso le piante e si otterrebbe un effetto d’irrigazione naturale data la somiglianza del getto d’irrigazione con la caduta delle piogge. Altro aspetto positivo è rappresentato dalla possibilità di coprire le colture con un telo antigrandine riciclabile, che proteggerebbe le colture da eventi atmosferici gravi sempre più frequenti. La struttura non sarebbe ulteriormente impattante o invasiva, dal momento che verrebbe utilizzata come struttura portante, quella già presente per il sistema d’irrigazione. La copertura e la preservazione delle colture avrebbe come vantaggio indubbio anche quello della produttività maggiorata, visto che il raccolto verrebbe protetto. Essendo la copertura, nei fatti, permeabile ad acqua e luce, non si tratterebbe di una serra, ma di un vero e proprio orto all’aperto, che permetterebbe la coltivazione di verdure al naturale, pur permettendo anche di riscaldarla (quando coperta) con l’utilizzo del biogas.
Prodotti a km0
In campo agricolo spesso sostenibilità ambientale ed economica, seppur non mutualmente escludibili, sono in conflitto.
Cosa Significa Sostenibilità? Leggi il nostro articolo!
La maggior parte dell’agricoltura riferisce al modello di agricoltura intensiva, termine con il quale ci riferiamo a un tipo di produzione in cui si sfrutta il terreno nel modo più produttivo e redditizio possibile, attraverso l’uso sistematico di mezzi agricoli, pesticidi e tecniche avanzate di coltivazione. Con l’agricoltura intensiva viene favorito l’aspetto economico a discapito però della sostenibilità ambientale che poi ricade anche in quella economica. L’agricoltura intensiva viene oggi criticata in quanto si è evidenziato come un uso del suolo sconsiderato se protratto per molti anni ne determina un impoverimento irreversibile dovuto alla riduzione della complessità delle reti alimentari del substrato e alla sua bio-diversità, caratteristiche fondamentali di un terreno fertile, determinandone così inaridimento e l’improduttività agricola. Oltre a ciò, la cultura intensiva prevede l’utilizzo di sostanze chimiche (pesticidi, ormoni, ecc.), che ritroviamo oggi quali inquinanti dei suoli e delle acque di falda oltre che sui prodotti agricoli. Ma vi è un altro aspetto fondamentale relativo alla non sostenibilità delle culture intensive, queste necessitano di ampi spazi e vengono praticate in aree spesso molte lontane da dove i prodotti poi si consumano e questo aspetto incide nelle emissioni di gas effetto serra. Se infatti da una parte l’agricoltura è vittima dei cambiamenti climatici dall’altra essa stessa ne è in parte la causa. L’agricoltura intensiva è uno dei settori che emette più CO2 (il principale gas ad effetto serra) in atmosfera, paragonabile solo a quello di tutti i trasporti messi insieme.
Noi di TEV vogliamo produrre dei prodotti di qualità, che possano essere consumati a Venezia stessa.
In conclusione, la maggiore sostenibilità e qualità della coltivazione in orto, consente che il sistema messo in cantiere si dimostri vincente: un mix di verdure coltivate in un terreno adeguatamente concimato che non faccia uso di sostanze chimiche inquinanti ma che, grazie all’ambiente orticolo controllato, possa garantire lo sviluppo migliore per le piante.