Nella nostra impresa la ricerca riveste un ruolo fondamentale, rappresenta l’impegno dell’azienda nel creare impianti sempre più efficienti e tecnologici, incentivando così il rispetto e la cura per l’ambiente.
Sono questi gli obiettivi per i quali abbiamo deciso di ospitare dei dottorati di ricerca.
Attualmente l’azienda sta finanziando il lavoro di ricerca della Dott.ssa Juliana Busato, dottoranda presso l‘Università Ca’ Foscari di Venezia, che vede come oggetto la produzione di biometano, derivante da rifiuti e sottoprodotti agricoli e industriali (pollina, liquami zootecnici, siero di latte, feccia di cantina, tagli d’erba). Lo scopo della ricerca è quello di riuscire a stabilizzare il substrato e favorire il recupero energetico tramite la produzione di biogas.
Il nostro obiettivo invece è quello di sviluppare impianti che abbiano un’alta efficienza energetica e che siano sostenibili per l’ambiente.
La ricerca ha durata triennale e impiega un impianto di digestione anaerobica a membrana (AnMBR) in monostadio (tutte le fasi della digestione avvengono nello stesso reattore) e monodigestione (la digestione coinvolge un substrato alla volta). Negli impianti AnMBR il sedimentatore, solitamente presente negli impianti tradizionali, viene sostituito da un’unità di filtrazione più efficiente. Tramite una membrana tubolare polimerica avviene la separazione fisica dei solidi sospesi mantenendo la biomassa all’interno del digestore.
Uno dei principali punti di forza di questa conformazione impiantistica è la produzione di metano in quantità maggiori rispetto a quanto avveniva con gli impianti tradizionali: con le nuove tecnologie è possibile ricavare fino al 75% di metano rispetto al 60% di metano ricavato con altre tecnologie fino ad ora utilizzate. Ciò ha il vantaggio di rendere il processo proficuo anche per bassi quantitativi di sottoprodotti e rifiuti.
Questo tipo di processo grazie alle tecnologie utilizzate ha il pregio di favorire la disinfezione del refluo, di rendere più agevoli ulteriori trattamenti sull’effluente e di ridurre la produzione di fanghi di supero. Inoltre, lo spazio fisico necessario all’impianto è molto ridotto. Questo, unito alla sua efficienza anche per piccole quantità di sottoprodotti, consente la sua installazione anche presso piccoli allevamenti e piccoli insediamenti industriali (come ad esempio caseifici, cantine, distillerie).
Il primo substrato studiato è stato la pollina, un materiale che presenta un elevato potenziale di produzione di biogas ma il cui smaltimento rappresenta attualmente una delle maggiori problematiche del settore avicolo.
La pollina, pur rappresentando un’importante risorsa grazie alla sua composizione simile a quella di un normale fertilizzante chimico, costituisce molto spesso un problema a causa della difficoltà di conferimento, legata alla molestia olfattiva e all’aggressività come fertilizzante non fermentato (fortemente carico di materiale azotato).
In alternativa allo spandimento sui terreni questo substrato può essere utilizzato nella digestione anaerobica, affrontando problematiche quali l’elevata quantità di sostanze inerti e l’alto contenuto di azoto.
I risultati finora ottenuti grazie alla ricerca sono incoraggianti: si è riportato un abbattimento di circa 50% della sostanza organica e oltre il 90% dell’azoto ammoniacale tramite strippaggio; la resa di metano è salita dal 60% al 75% e si è reso possibile l’ottenimento di effluenti ad elevata qualità (basso contenuto di carbonio e azoto) e assenza di solidi sospesi.