Uno dei luoghi principali dove operiamo noi di Tev Group è da sempre la città di Venezia.
Costruita interamente sull’acqua, Venezia è considerata una delle città più belle al mondo. È certo però che proprio la sua particolarità gli causa non pochi problemi. Quelli conosciuti dai più riguardano la mobilità a Venezia a causa del suo essere una città principalmente pedonale, a causa calli strette, a causa del sovraffollamento turistico.
Lavorando spesso a Venezia siamo consapevoli del fatto che le problematiche legate alla città lagunare sono ben più numerose. Nel nostro campo ad esempio, vi è maggior difficoltà nello scarico del refluo, ogni albergo e casa deve avere il proprio impianto di depurazione, e le leggi per lo scarico stesso sono molto più restrittive rispetto alla terraferma.
Vi è in particolare un problema legato alle fosse settiche.
Una fossa settica è parte dei cosiddetti trattamenti “on site”, localizzati cioè presso la zona di produzione dell’effluente da trattare, i quali in genere non presentano consumi energetici (se non in alcuni casi per le operazioni di sollevamento). Essi ben si prestano al trattamento di depurazione per piccole e piccolissime comunità o abitazioni isolate per le quali il collegamento con i sistemi di fognatura non è ancora in atto. Risulta quindi chiaro comprendere perché, sebbene in Italia non presentino la stessa diffusione che in altri Paesi Europei (ad esempio la Francia), siano ampiamente utilizzati nella città lagunare.
La regolamentazione di tali fosse nei comuni di Venezia e Chioggia è particolare. Infatti, secondo quanto previsto dalla normativa 31.05.95 n. 206, le fosse devono essere realizzate in tre scomparti ed il volume specifico non deve essere inferiore a 400 L per abitante servito.
Il volume totale è stato così suddiviso:
- 200 L/A.E. (50%) per la prima camera
- 100 L/A.E. (25%) per la seconda camera
- 100 L/A.E. (25%) per la terza camera
Non è specificato invece il tempo intercorrente tra due spurghi successivi ne il volume minimo della vasca settica.
Per risolvere le impellenti problematiche relative agli spazi di locazione degli impianti a Venezia abbiamo progettato e brevettato gli impianti SGM (Sistema di Gentile Movimentazione). Definiti simpaticamente da chi li ha progettati e chi li utilizza “Sistemi Sguaratta Merda” (sguarattare significa in dialetto veneziano scuotere o agitare qualcosa), gli SGM si conformano impianti di omogeneizzazione fanghi funzionanti tramite lo sfruttamento di piastre vibranti. Il funzionamento del sistema di vibrazione è previsto durante le ore in cui il flusso dei liquami è minimo, in modo da evitare il travaso di quantità apprezzabili di solidi nel secondo scomparto della fossa. Il quadro elettrico è pertanto dotato di un programmatore/temporizzatore per la regolazione della frequenza e del tempo di funzionamento
L’applicazione di tali sistemi ha permesso di dimezzare le dimensioni obbligatorie delle vasche, che precedentemente dovevano contenere 400 l per A.E. (Abitante Equivalente) rispetto ai soli 200 l per A.E. sufficienti grazie all’impiego delle nostre tecnologie, in più con gli SGM le camere della fossa settica si riducono a 2 anziché 3, migliorie fondamentali in una città come Venezia in cui l’ottimizzazione degli spazi è essenziale.
La nostra esperienza ci ha permesso di elaborare una soluzione semplice ma efficace ad un problema piuttosto ingombrante a lungo perpetuatesi nella città lagunare.
Il sistema pensato principalmente per la risoluzione di problemi relativi a Venezia, può comunque presentare dei vantaggi applicato su una qualsiasi fossa settica.
Nelle fosse settiche l’accumulo dei fanghi residui della fermentazione e delle sostanze galleggianti a basso peso specifico diminuisce il volume a disposizione degli effluenti liquidi e peggiora le caratteristiche dell’effluente: si rende quindi necessario estrarre periodicamente fanghi e schiume. In particolare notevoli difficoltà gestionali sono provocate dalla disomogenea deposizione dei fanghi, fenomeno che modifica in modo sostanziale, raccorciandoli i tempi che intercorrono tra due svuotamenti successivi, ed influenza notevolmente i processi biologici anaerobici.
Bisogna considerare infine che durante gli interventi di manutenzione della fossa biologica ,qualora si procedesse all’estrazione completa del fango in essa accumulato, si provocherebbe sicuramente un danno al processo biologico che non può raggiungere le condizioni di regime.
Tali considerazioni evidenziano i vantaggi dell’applicazione di un sistema SGM: mantenendo omogeneo e costante, nella prima camera, lo spessore dello strato dei fanghi che ivi si depositano, essi consentono di ridurre gli interventi di manutenzione e spurghi e inoltre migliorare le rese di depurazione per quanto riguarda i solidi sospesi.