Trattamento di rifiuti non pericolosi: l’impianto di Interveco

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Oggi vi parliamo di un impianto di trattamento di rifiuti non pericolosi che abbiamo costruito per Interveco Srl, azienda lombarda che opera nel settore della gestione di rifiuti industriali.

Nel 2017, Interveco Srl ha infatti ottenuto, dalla Provincia di Monza Brianza, l’autorizzazione unica, ai sensi dell’art. 208 D.Lgs. 152/06 e s.m.i., alla realizzazione e all’esercizio di un impianto di recupero e smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi.

L ‘impianto, da realizzarsi presso Ceriano Laghetto (MB), occupa una superficie di circa 7.000 mq e risulta suddiviso in diverse aree funzionali, all’interno delle quali vengono effettuate operazioni di messa in riserva (R13), recupero (R5, R12), deposito preliminare (D15) e smaltimento (D13, D14) di rifiuti speciali non pericolosi.

L’impianto comprende infatti più linee di trattamento, tra le quali:

  • linea di trattamento inerti, mediante macinazione e selezione di rifiuti costituiti da materiali provenienti da attività di costruzione e/o demolizione;
  • linea di selezione e cernita di rifiuti misti non pericolosi, quali ad esempio imballaggi, rifiuti plastici, carta e ferro, da sottoporre a un ciclo di recupero presso impianti terzi;
  • linea di recupero e produzione materiali finiti, per l’ottenimento di aggregati artificiali.

Quest’ultima rappresenta il fulcro dell’attività di recupero svolta dalla società Interveco Srl, per la quale Tevgroup ha dato il proprio contributo attraverso la costruzione e l’installazione di un impianto di trattamento di rifiuti solidi con tecnologia Mapei HPSS.

Tale linea di trattamento prevede infatti l’uso di un impianto di recupero che consenta di trasformare rifiuti speciali non pericolosi in:

  • aggregati per cementifici/fornaci;
  • aggregato riciclato o misto cementato per la realizzazione di rilevati, sottofondi stradali e recuperi ambientali;
  • aggregati per l’edilizia;
  • aggregati per la produzione di conglomerati bituminosi.

Il recupero del rifiuto avviene grazie a un processo di stabilizzazione e solidificazione a freddo ottenuta attraverso leganti idraulici ed eventuali additivi.

Il processo di stabilizzazione, eseguito prevalentemente su matrici inorganiche, consentirà di inglobare le componenti contenute nei materiali in ingresso all’impianto in una matrice solidificata, ottenendo così un prodotto che non necessita di ulteriori trattamenti termici o di finissaggio.

Ecco che Interveco Srl non ha scelto un processo generico di stabilizzazione/solidificazione, bensì la tecnologia ormai consolidata Mapei HPSS, che permette di realizzare un’inertizzazione a base cementizia dalle performance superiori alla norma grazie all’utilizzo di additivi, sviluppati ad hoc da MAPEI group, leader mondiale in tale campo, che mutuano la tecnologia dei calcestruzzi ad alta prestazione (high performance concrete-HPC) nei processi di S/S di terreni e rifiuti.

A seguito dello studio di processo e della progettazione, il nostro personale ha provveduto al montaggio e all’assemblaggio delle apparecchiature che costituiscono l’impianto, nonché alla messa in marcia dello stesso.

Parallelamente abbiamo eseguito, presso i nostri laboratori di Mira, le prove necessarie alla formulazione delle migliori ricette da applicare all’impianto a scala industriale, al fine di garantire un elevato standard tecnologico, formando e istruendo, inoltre, gli addetti di Interveco Srl alla conduzione dell’impianto stesso.

Dopo la bonifica del sito “Ex CALV” di Bagnolo Mella (BS) (link articolo su EoW Bagnolo), l’impianto di Ceriano Laghetto rappresenta un’altra applicazione della tecnologia Mapei HPSS per il recupero di rifiuti non pericolosi e la loro trasformazione in prodotti e manufatti per l’edilizia, che devono rispettare quanto previsto dall’articolo 184-ter del D.Lgs. 152/06 e dai Regolamenti comunitari e Decreti ministeriali “End of Waste”.